venerdì 27 gennaio 2017

Traslochi...

Ebbene, dopo tanto cogitare, è fatta.
Si trasloca.
Questa piccola casa del passato non chiude, resta un luogo amico di antiche meditazioni.
L'abbiamo restaurata mica per niente?

Ci trasferiamo, io e voi, in stanze più belle, più eleganti, contemporanee.
Augurando che nuova linfa e potenti energie creative benedicano i nostri nuovi luoghi...

Vi aspetto!
https://darkenedicembre.wordpress.com/

mercoledì 25 gennaio 2017

Eppure

Un pezzetto di Velvet Golgotha, la mia voce stonata che legge, immagini che danzano.




Grazie a Quinto Ficari, ideatore e autore del progetto.

mercoledì 21 dicembre 2016

"Io so chi sono, ho una pelle splendida e non tremo"



E' cominciato con un gennaio non troppo freddo, mi pare di ricordare, che una mattina mi sono svegliata ed era morto David Bowie. E io non me l'ero mai immaginato che potesse morire David Bowie. E io mi immagino sempre tutto, lo so sempre un attimo prima, mi preparo all'amore come al dolore come la più diligente delle scolarette.
E invece no.
Questa volta no.
Non mi ero preparata all'idea che potesse morire David Bowie, non ero pronta ad ammettere di aver sbagliato amore, non pensavo che sarebbe mai successo di guardarvi e non provare più emozione, che mi sarei innamorata come si fa a 16 anni, che avrei detto "è finita davvero" e poi avrei detto "inizia davvero".
E poi tanti cerchi che si chiudono, è stato un mantra che mi si è ripresentato spesso, in questi 355 e qualcosa giorni.
Amori che diventano silenzi.
Amici più lontani di estranei.
Estranei che sorridono come amici.
Limiti che si polverizzano.
Specchi che restituiscono una faccia alla quale sai dare un nome.
Ora sta per finire in un Dicembre di neve stupida, di pezzi di me che si perdono per sempre dentro incomprensioni che misurano distanze eterne.
E io guardo questa pelle e questo sangue che scorrono via, perché pelle e sangue mi siete sempre stati, ma sento che se provassi a trattenervi tradirei questa altra pelle e questo altro sangue che si sono risvegliati da quel tempo lontanissimo in cui avevo ancora i capelli davvero neri, ero bella e sdentata dietro ai miei occhiali azzurri, e sapevo perfettamente chi fossi.

Mi è sempre piaciuto il gioco dei buoni propositi per l'anno che verrà. Che mi mi fa spalancare la bocca al solo pensarlo che siamo arrivati fino a qui. Duemilaediciassette. Boja Fauss, si dice da queste parti.
Scrivere tanto,
barare di più,
truccarmi sempre,
tenere stretta la verità e non rivelarla quasi mai.

E poi oggi è il primo giorno d'inverno. Qui fuori c'è ancora un po' di neve. E fra pochi giorni è perfino Natale.

P.S.
Non te l'ho mai chiesto, Stefano. Ma tu, alla fine, l'avresti detto mai?


pic: #nofilterwinter, Verrua Savoia, dicembre 2016






martedì 29 novembre 2016

Polaroid #1

Non si guardano nemmeno, persi in pensieri asciutti che si sciolgono nel ghiaccio dei loro spritz insipidi. Improvvisamente non c'è più nulla che sia importante da dire. O anche solo che non lo sia, ma possa riempire di suoni quel vuoto. Eppure no. Non una parola che sia vera. Non un piccolo cenno, un'emozione da poco. E allora meglio questo silenzio annacquato che ottunde, culla e stordisce un po'. Come sia possibile che dopo anni di parole, pesanti/potenti/perfette, a volte urlate/insicure/laceranti, come è possibile, si chiede lei, che all'improvviso in questo ultimo pomeriggio d'estate, non ci sia più nulla che valga la pena di essere detto?
È necessario che si trovino almeno delle colpe, per provare a sopravvivere al male.
"Comunque sia andata io verrò al tuo funerale", dice, senza troppo pensare.
"Grazie. È rassicurante. E al mio matrimonio, verrai?"
lo guarda in quegli occhi verdi verdi e per un attimo si pensa lì, in chiesa, vestita di nero, mentre spia i sorrisi limpidi della donna a cui lui dirà "per sempre".
Sente la sua voce dire: "verrò, se mi inviterai" e nella verità di quella risposta, improvvisamente, si accorge di quanto anni luce lontana sia ormai da quell'amore.


mercoledì 23 novembre 2016

Animali Notturni, una specie di recensione.

Eccoci qui Tom.
E' passato un po' di tempo dall'ultima volta. Da quel film così uguale a me, dalle notti insonni a scrivere la mai tesi su di te, dalle lacrime quando sei tornato a sfilare. Sei riuscito a fare perfino un bambino, tu, nel frattempo.
Io ho continuato a inseguire farfalle, invece.
Sai, l'altro giorno ho rivisto dopo tanto tempo una persona molto importante della mia vita.
Mi sono presa qualche secondo per guardarlo da lontano, nel suo cappotto elegante.
E mi sono accorta che non provavo niente.
Niente.
Acqua gelata che scivola sulla pelle d'acciaio.
Eccoci qua.
Questa avrebbe dovuto essere una recensione di Animali Notturni, Tom. Il tuo secondo film acclamato e celebrato addirittura oltre le tue aspettative, ne sono sicura, perché so chi sei.
Solo che io stavo seduta sulla poltrona scomoda del vecchio cinema affollato, con le teste davanti a me che mi ottundevano un po' lo sguardo, dovevo fare anche la pipì...E non provavo niente.
Non ero curiosa, non ero triste, non ero emozionata.
Tutta quella violenza, le cose distrutte, i nervi tesi di Jake Gyllenhaal, quell'America infinita.
Ogni tanto mi protendevo sulla poltrona per cercare di avvicinarmi, per provare a sentire quel dolore che passava indenne negli occhi azzurrissimi dei protagonisti.
Non fraintendermi, Tom. Hai fatto un film bellissimo.
Un thriller vero. Giusto. Da far esultare di gioia la studentessa di cinema che è in noi, come ha detto una delle mie meravigliose sorelle.
Messi in fila A Single Man e Nocturnal Animals fanno di te uno di più grandi registi americani contemporanei. Senza ombra di dubbio. E nessuno deve permettersi di dire il contrario né osare negarti il tuo posto nell'Olimpo della storia del cinema.
E lo dico a caratteri cubitali.
Va bene così, Tom?
Ho le mani fredde e non riesco a scaldarle.
Ma non ha nulla a che vedere con i 17 gradi di questa stanza.
E' che a un certo punto, io davvero, non lo ricordo quando, queste mani gelate hanno staccato qualsiasi collegamento che portava sangue caldo al cuore.
Come un blackout improvviso nel mezzo di una festa.
Sono rimasti il silenzio, il vuoto, la gola secca.
I piedi che prima danzavano ora sono immobili davanti all'abisso.
Quindi davvero Tom, io avrei voluto scrivere una recensione sul tuo film.
Ma tu sai chi sono.
E sai bene che in un certo senso lo sto facendo.
Al di là della fotografia da urlare di bellezza. Oltre le musiche che raramente ho sentito così parte della storia. Senza dire nulla di un cast che sulla carta non mi piaceva e che si è rivelato eccezionale. Sorvolando sulla tua regia e soprattutto sulla sceneggiatura che sono parimenti senza difetti.
Non sono di parte. Lo hanno pensato tutti, mentre io restavo muta.
Perché il problema vero, Tom, è quanta verità ci hai messo in questo lavoro.
La tragedia è che le cose stanno davvero così. Siamo diventati uno stormo di animali notturni con il cuore congelato. E non c'è più nulla che possa salvarci.
Non la vendetta, non l'amore, non l'arte.
E' finita.
Siamo diventati ciechi e le mosche già banchettano con il nostro cadavere mentre le nostre donne ci aspettano, inermi veneri senza trucco, invano, fra le luci che vanno spegnendosi.









lunedì 21 novembre 2016

#postpolitico

Lo so. Qui dentro ho sempre parlato di cose belle, alte, potenti, nientedimeno.
Ma l'orrore bussa alle nostre porte e io non voglio restare indifferente.
Dovrei scusarmi in anticipo per i toni, ma come dire...non ne ho voglia.

Il concetto non è difficile.
Siete una manica di ignoranti e incompetenti, privi di grazia e fantasia. Mi fate uno schifo che le mie parole troppo ornate non sanno nemmeno immaginare. Nel pantano di merda che siete, e alla luce di tutta la merda intorno, il Partito Attualmente al Governo, guidato dal re indiscusso della merda, al di là di soluzioni utopiche tipo l'arrivo di Thor, è probabilmente davvero il minore dei mali in questo momento. Ne siamo consapevoli tutti, cara Emma. E lo diciamo chiaramente, con le maschere antigas ormai incollate alla carne del viso. Ciò detto, ma ti pare che io abbia questa voglia pazza di gettare nel liquame la mia Costituzione? No. Proprio no. Io magari la Costituzione non la so a memoria. L'ho letta distrattamente tanti anni fa. Ma so per certo che qualcuno è morto perché potesse nascere,so che è l'unico baluardo che mi difende strenuamente proprio dal genere di merde che in questo momento ha in mano il mio Paese, so che non ne so abbastanza e che nessuno di voi ne sa abbastanza per poter davvero pensare che sia lecito modificare e, soprattutto, so che non mi fido.
E quando non mi fido io preferisco che le cose restino come sono, perché il mio istinto è potente. Quindi sapete che c'è? Andare a dire in giro che se questo colpo di stato non riesce il Governo cadrà, l'Italia uscirà dall'Europa e l'Apocalisse si abbatterà sulla penisola è UN DELITTO. Un ricatto dei più beceri. Una roba che mi strappa le vene dei polsi solo a pensarla. Dimostra chiaramente solo una cosa: lo sprezzo che voi avete della democrazia.
E sapete che c'è? Io da un nugolo di merde che disprezza la democrazia la mia Costituzione non la faccio toccare. Perché voi presto scorrerete via lungo i condotti fognari e prima o poi arriverete a qualche depuratore e non sarete più un problema mio. Ma io ho 30 anni e un mucchio di nipotini minuscoli. E né io né loro abbiamo intenzione di subire lo scempio che credete di poter mettere in atto con modi immorali, offensivi, indegni. E come dire..il fatto che facciate firmare appelli perché io vi dia ragione alla moglie di Montalbano, ad un ballerino che non è nemmeno capace di accettare se stesso, ad un cantante ventenne miliardario e al regista più sopravvalutato della storia del cinema non fa che convincermi che quello che volete fare non sia una buona idea e che voi siate pervasi dalla più oscena malafede.
Provo una grande tristezza perché in questa trappola collosa sembrate attirare anche una manciate di persone che stimo. Ma si sa, sul viscido si rischia di scivolare anche con le migliori intenzioni.

mercoledì 9 novembre 2016

Canto delle cose che si rompono

Subisco vorticose contrazioni all'anima.
Bellezza, merda, abbandoni, attese, risate, resurrezioni.
Inchiostro a fiumi sotto la pelle.
Che poi le cose accadono e non sono quasi mai come le avevi sperate.
E gli altri se ne vanno lasciando scie malate del loro sporco addosso.
Ho fra le dita righe faticose.
E certezze che stillano come sangue dalla carne fatta a pezzi.
Che l'amore non vince mai sull'odio.
Perché se cosi fosse tu saresti qui, con le mani piene di coraggio, parlandomi come se esistessimo ancora. E io saprei chiederti scusa per quando ho sputato forte sul tuo dolore.
E' rimasta solo acqua che ci infetta i pori.
Fotogrammi malati.
Equilibri malsani.
Imparando a dimenticare le buone maniere, a dire "Vaffanculo" a voce alta.
Arrampicandoci su sentieri paralleli alla Vita che ormai battiamo da professionisti consumati.
Spiando la mano dell'avversario, che dagli occhi ci vomita strali di pena.
Che ne sarà del nostro odore?
I predatori già respirano il vento.
La città dei sogni si stagliava d'avorio e asfalto sotto ai nostri sguardi violentati, e io non sapevo più riconoscere dove fossi stata felice.